Il Quatuor pour la fin du Temps di Olivier Messiaen è uno dei più alti esempi di musica da camera del Novecento. A cimentarsi con la forza visionaria e l’intensità di questa composizione per violoncello, violino, clarinetto e pianoforte, venerdì 4 agosto alle 21:15 a Pieve a Elici, saranno Mario Brunello, Marco Rizzi, Gabriele Mirabassi e Andrea Lucchesini. Con loro anche la scrittrice e conduttrice radiofonica Gabriella Caramore che introdurrà il concerto con una riflessione sull’Apocalisse.
Composto nel 1940 nel campo di concentramento Stalag VIII-A, nel villaggio polacco di Görlitz, dove Messiaen era stato deportato, il Quartetto di fatto salvò la vita al compositore francese. Il campo, infatti, era diretto da un comandante appassionato di musica. Fu proprio lui a ordinare a Messiaen la composizione di pagine da suonare davanti ai soldati ai 400 deportati che erano imprigionati a Görlitz. Il concerto fu eseguito da Messiaen stesso al pianoforte, insieme ad altri tre prigionieri, tutti dilettanti, ed è presto diventato uno dei simboli del dramma della II Guerra Mondiale pur senza essere un grido di dolore o una protesta bensì una profonda riflessione sul valore del tempo.
Gli otto movimenti che compongono il Quartetto toccano infatti il tema del tempo nella fede, nella filosofia, ovviamente nella musica, ambiti in cui Messiaen ricerca le ragioni del dolore e la speranza di una possibile liberazione.
Prime di essere imprigionato e iniziare la composizione del Quatuor, l’autore stava lavorando allo studio di una musica che esprimesse appieno il sentimento umano (in particolare quello religioso) e riteneva che la struttura ritmica tradizionale, organizzata in battute e accenti fissi fosse insufficiente. «La mia prima preoccupazione consisteva nell’abolizione del tempo stesso, qualcosa di infinitamente misterioso ed incomprensibile alla maggior parte dei filosofi, da Platone a Bergson». L’effetto contemplativo e spirituale cercato da Messiaen nella sua musica è dovuto proprio all’utilizzo di moduli ritmici non tradizionali, armonie e formule melodiche che rifiutano di sottostare alle regole classiche.
Non hanno bisogno di grandi presentazioni i protagonisti di questo nuovo appuntamento con il Festival di Musica da Camera della Versilia. Il violoncellista Mario Brunello è uno degli ospiti più attesi e più amati delle stagioni organizzate dall’Associazione Musicale Lucchese. Vincitore del Concorso Čaikovskij di Mosca, Brunello è invitato dalle più prestigiose orchestre internazionali e negli ultimi anni si è presentato frequentemente nella doppia veste di direttore e solista. Nel 1994 ha fondato l’Orchestra d’Archi Italiana ma i suoi progetti coinvolgono sempre più spesso forme d’arte e saperi diversi, lavorando con artisti di altra estrazione culturale e cercando di avvicinare il pubblico a un’idea diversa e multiforme del far musica. Anche Andrea Lucchesini è uno storico amico del Festival di Pieve a Elici. Ospite delle più grandi orchestre e sale da concerto del mondo, il pianista toscano esplora la musica senza limitazioni e propone programmi che spaziano dal repertorio classico a quello contemporaneo. Insieme a Brunello e Lucchesini anche Gabriele Mirabassi, apprezzato clarinettista che si muove con uguale disinvoltura nella musica classica come nel jazz e il violinista Marco Rizzi, solista di fama internazionale, premiato nei tre concorsi più prestigiosi per violino: il Čaikovskij di Mosca, il Queen Elizabeth di Bruxelles e l’Indianapolis Violin Competition. Saggista, collaboratrice dal 1982 di Rai Radio 3, Gabriella Caramore è autrice e conduttrice di numerose trasmissioni radiofoniche tra cui il programma di cultura religiosa “Uomini e Profeti”. Dal 2002 al 2005, è stata docente di “Religioni e comunicazione” alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università La Sapienza di Roma.
Visto il perdurare dell’ondata di caldo, il concerto si terrà all’aperto, nel cortile della pieve.
La biglietteria apre alle ore 20:15. Biglietto: intero 12 euro, ridotto 10 euro.