Equostreaming: nuovi diritti per gli artisti
Equostreaming: le piattaforme devono pagare per l’utilizzo di opere musicali. È necessario introdurre nel nostro ordinamento un nuovo diritto per gli artisti a un’equa remunerazione per lo streaming digitale. È questo, in sintesi, l’appello lanciato da ITSRIGHT al Senato, nell’ambito del dibattito sul recepimento della Direttiva Copyright che terrà impegnati Governo e Parlamento nelle prossime settimane.
«Si tratta di introdurre un nuovo diritto che, attualmente, non è previsto nel nostro ordinamento per gli artisti della musica», ha ricordato Gianluigi Chiodaroli, Presidente di ITSRIGHT, collecting dei diritti connessi che rappresenta più di 8.000 artisti. «Per cantanti e musicisti non esiste al momento nessuna tutela o equa remunerazione, al contrario di quanto, invece, è previsto da tempo per gli artisti del cinema e delle serie tv. Per gli artisti del video la legge prevede già, infatti, la possibilità di negoziare con le piattaforme un equo compenso ogni volta che le loro opere sono trasmesse in streaming. Per cantanti e musicisti questo diritto non esiste. Credo che i tempi siano ora maturi per sanare questa incomprensibile disparità di trattamento, per garantire anche agli artisti della musica la tutela delle utilizzazioni delle loro opere sulle piattaforme digitali».
Oggi, infatti, una radio o una tv riconosce il pagamento dei diritti connessi agli artisti ogni volta che trasmette musica, mentre una piattaforma, come ad esempio Spotify, non lo fa, perché il nostro ordinamento non lo prevede. Una piattaforma che trasmette film o serie tv come Netflix, al contrario, paga i diritti agli attori.
Sul tema equostreaming, infine, già nelle scorse settimane si sono mobilitati gli artisti di tutta Europa. Per Lindvall, il batterista degli ABBA, ha lanciato una petizione firmata da più di 18.000 artisti italiani ed europei. Un’iniziativa sostenuta da ITSRIGHT e altre importanti collecting europee che hanno portato le istanze degli artisti all’attenzione della Commissione Europea.
A questo link l’articolo di Francesco Prisco (Il Sole24Ore) sull’argomento.