Domenica 25 febbraio (alle 17 all’Auditorium dell’ISSM “Boccherini”), sarà il Quartetto Adorno a chiudere il secondo mese di concerti della stagione cameristica dell’Associazione musicale lucchese.
Giovane, ma con già alle spalle collaborazioni e concerti importanti, legato a doppio filo alla musica da camera (il nome della formazione è un omaggio al filosofo Theodor Wiesengrund Adorno, grande estimatore di questo genere di musica), nell’ambito della quale hanno sperimentato le musiche di compositori immortali quali Bach, Haydn, Mozart, Beethoven, Schubert, Brahms, ma senza disdegnare incursioni in stili ed epoche diverse, il Quartetto Adorno è senza dubbio una delle formazioni più interessanti del panorama nazionale.
Formato da Edoardo Zosi e Liù Pellicciari ai violini, Benedetta Bucci alla viola e Danilo Squitieri al violoncello, il Quartetto porterà a Lucca, a soli tre giorni dal suo debutto alla Wigmore Hall, un interessante programma che va da Ludwig Van Beethoven a Claude Debussy, passando per Silvia Colasanti.
Del primo interpreteranno il Quartetto per archi n. 1 in fa maggiore op. 18 n. 1, che darà inizio all’esecuzione dell’integrale dei Quartetti beethoveniani per l’Associazione musicale lucchese, progetto in cui l’Adorno sarà impegnato per i prossimi tre anni. Dopo Beethoven, ecco la musica da camera di stile contemporanea di Silvia Colasanti, una delle compositrici italiane più amate, con Di Tumulti e d’Ombre, intrigante rivisitazione del mito di Faust. La chiusura sarà dedicata a Claude Debussy e a un capolavoro della musica da camera del Novecento, il Quartetto per archi in sol minore, op. 10, L 91, concepito all’epoca dell’amicizia con Ernest Chausson, compositore e allievo di Franck, sul quale è forte proprio l’influenza degli influssi franckiani.
A introdurre il concerto del Quartetto Adorno sarà lo storico dell’arte Paolo Bolpagni, direttore della Fondazione “Centro studi sull’arte Licia e Carlo Ludovico Ragghianti”, che focalizzerà l’attenzione sul collegamento fra impressionismo artistico e impressionismo musicale, nel quale ebbe un ruolo fondamentale proprio la musica di Debussy.