Da sempre l’uomo riconosce alla musica il potere di procurare piacere, emozionare, rilassare. Più recentemente la scienza ha dimostrato, a più riprese, che l’ascolto della musica agisce positivamente su molte aree del cervello, migliorando le capacità cognitive, lo sviluppo del linguaggio, le facoltà logico-matematiche. E allora perché questa disciplina non riesce a ottenere il posto che le spetta e non può dare il suo prezioso contributo all’educazione delle nuove generazioni?
Da questa domanda – che ciclicamente ritorna, ma resta senza risposte concrete – nasce l’iniziativa promossa dall’Associazione Musicale Lucchese che sabato 27 novembre, alle 17 all’auditorium del Boccherini, organizza la presentazione del volume curato dal giornalista e musicologo Andrea Estero dal titolo “La cultura musicale degli italiani” (Guerini e Associati /SIdM, 2021). Intorno all’interessante indagine di Estero è nata l’idea di una tavola rotonda che vedrà la partecipazione di Gustavo Micheletti, insegnante di filosofia al liceo scientifico “A. Vallisneri”, Marco Musto, docente di latino al Liceo delle Scienze Umane “L. A. Paladini”; Donatella Buonriposi, dirigente dell’Ufficio scolastico provinciale di Lucca e Massa Carrara, Alberto Bologni, direttore del Master Madamm, GianPaolo Mazzoli, direttore dell’ISSM “L. Boccherini” e Simone Soldati, direttore artistico dell’Associazione Musicale Lucchese. Ospite d’eccezione Corrado Augias, giornalista, scrittore, conduttore e autore televisivo che si collegherà in video con l’auditorium.
La tavola rotonda è curata da Carla Nolledi, responsabile del settore didattico e formativo dell’Associazione Musicale Lucchese. La presenza della musica nei programmi didattici e nelle scuole è un ambito molto importante per l’Associazione, che da tanti anni promuove con successo “Musica Ragazzi”, una stagione concertistica dedicata ai bambini e ai ragazzi delle scuole, da quelle dell’infanzia alle superiori.
Andrea Estero, assieme agli altri ospiti, proverà a fare luce sui tanti motivi per cui l’educazione musicale ha un posto così marginale nell’ordinamento scolastico italiano, andando a ricercare le radici di un pregiudizio che a torto considera la musica un tipo di studio “pre-linguistico e pre-logico”. Prova ne sono le parole di Francesco De Sanctis, primo ministro della Pubblica Istruzione del Regno d’Italia, che sosteneva che «musica e ballo non producono valenti uomini ma buffoni! È una faccenda donnesca da non prendere in considerazione».