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Hélène Grimaud



Lunedì 4 giugno 2024 

 

HELENE GRIMAUD pianoforte

 

Anche una grandissima interprete come Hélène Grimaud, il cui repertorio spazia dai capolavori del repertorio alla musica del Novecento, da Mozart a Bartok, da Chopin a  Takemitsu, da  Albéniz a Janáček, dai concerti più tradizionali alle performances più provocatorie, dagli accostamenti più inquietanti come il dialogo tra Silvestrov e Mozart in “The Messenger” o il recentissimo “Silent Songs” assieme al baritono Konstantin Krimmel… Ebbene, anche una grandissima interprete che ha fatto della ricerca uno dei suoi punti di forza, ha bisogno, ogni tanto, di tornare alle “tre B” che segnano, volenti o nolenti, la storia della cultura musicale occidentale.

Ma nel suo ritorno a Musica Insieme dopo un’assenza di quindici anni, Grimaud non cede alla consuetudine, e ci sorprende scegliendo pagine e letture per così dire ‘alternative’ dal catalogo di Bach, Beethoven e Brahms. Inevitabile Bach, principio musicale di tutte le cose, visto attraverso un gioco di specchi nel quale la Ciaccona in re minore rivela nella versione pianistica di Ferruccio Busoni aspetti inattesi e che rimangono spesso impliciti e a volte inafferrabili nella versione originale per violino solo. Imprescindibile Beethoven, sulle cui sonate tutto si è detto e scritto, forse… E invece, se una grande interprete colloca la Sonata op. 109 a fianco delle ultime pagine pianistiche di Brahms, quella e queste prendono certamente un colore e un aspetto diverso. E allora potremo domandarci alla fine del concerto: quanto il phantasieren della trentesima sonata anticipa il vagare solitario degli Intermezzi e delle Fantasie di Brahms? E quanto il vagare brahmsiano a fine Ottocento arriva ai margini dell’incomunicabilità oppure vuole tornare indietro nel sogno di un passato non più raggiungibile?


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