«Anche con il repertorio più complesso – recensisce il Times – questi musicisti si dimostrano intrepidi, dando alla musica un profondo senso di libertà. Allo stesso tempo, c’è un’assoluta attenzione al dettaglio: non una nota né un crine dell’archetto sono fuori posto».
Il Quartetto Takács ha raggiunto questa perfezione in quasi quarantacinque anni di vita, da quando, nel 1975, è stato fondato all’Accademia “Franz Liszt” di Budapest da Gabor Takács-Nagy, da cui ha preso il nome. Impegnato in tournée nelle principali sale da concerto del mondo, il Takács ha raggiunto un’impressionante serie di premi e di primati: è stato nel 2014 il primo ensemble vincitore della Medaglia della Wigmore Hall (un prestigioso riconoscimento attribuito fra gli altri ad András Schiff, Thomas Quasthoff, Menahem Pressler) ed è il solo quartetto nella Hall of Fame della rivista Gramophone, a fianco di Jascha Heifetz e Leonard Bernstein.
Il vasto repertorio del Quartetto spazia tra epoche e stili diversi, ma il fulcro rimane sempre quello della tradizione dell’Europa orientale, come testimonia il programma del concerto per Musica Insieme, da Bartók a Dvořák. Del compositore ceco il Takács propone il Quartetto per archi n. 13 op. 106, scritto dopo il ritorno in patria in seguito al lungo soggiorno americano. Dvořák sembra qui dimenticare gli influssi esotici del Nuovo Mondo, per tornare a indagare sui colori del folklore della sua terra d’origine. Alle melodie popolari, nel suo caso magiare, guarda anche Bartók nel Quartetto n. 5, rielaborandole nel suo stile personalissimo. Non poteva però mancare un omaggio al padre riconosciuto del quartetto d’archi, Haydn, che, con il suo impressionante catalogo è la pietra miliare sulla strada di ogni ensemble.
Info e Biglietti